il Giubileo
il valore dell’Indulgenza
ed il passaggio della
Porta Santa
Che cos’è il Giubileo
Giubileo è il nome di un anno particolare secondo la Bibbia: sembra derivare dallo strumento utilizzato per indicarne l’inizio; lo yobel, il corno di montone, il cui suono annuncia il Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur). Il giubileo era proposto come l’occasione per ristabilire il corretto rapporto nei confronti di Dio, tra le persone e con la creazione, e comportava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra.
Gesù parla della sua missione nei termini di un giubileo, come azioni di liberazione e di conversione nella quotidianità dei suoi incontri e delle sue relazioni (Luca 4,18-19).
Bonifacio VIII nell’ anno 1300 ha indetto il primo Giubileo, chiamato anche “Anno Santo”, perché è un tempo nel quale si sperimenta che la santità di Dio ci trasforma. Successivamente con la visita giubilare alle Basiliche Romane, si è aggiunto il segno della Porta Santa.
Partecipando all’Anno Santo si vive l’indulgenza plenaria con la remissione dei peccati e delle loro conseguenze.
Il 24 dicembre 2024, il Papa aprirà la Porta Santa in S.Pietro, dando inizio al Giubileo.
Indulgenza plenaria
La grazia della indulgenza plenaria. Per ottenere l’indulgenza si è chiamati a compiere il pellegrinaggio verso la Porta Santa a Roma, oppure a visitare le chiese giubilari indicate da ogni diocesi, come segno del desiderio profondo di vera conversione. E’ importante unire questo momento al sacramento della Riconciliazione e alla S.Eucaristia, con la recita del Credo e con la preghiera per le intenzioni che il Papa porta nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo.
Il Giubileo è un cammino di speranza, da vivere anche con almeno una delle opere di misericordia, nella testimonianza concreta, con gesti di amore e di servizio.
Per gli ammalati sarà di grande aiuto per vivere la sofferenza come vicinanza al Signore, ricevendo la Comunione, partecipando alla S.Messa e alla preghiera, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione; sarà per loro il modo di ricevere l’indulgenza giubilare.
Essa può essere ottenuta anche per i defunti. A loro siamo legati per la testimonianza di fede e carità che ci hanno lasciato. Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande mistero della comunione dei Santi, pregare per loro perché il Padre misericordioso li liberi da ogni residuo di colpa e possa stringerli a sé nella beatitudine che non ha fine.
La PortaSanta
Dal punto di vista simbolico, poter varcare la Porta Santa è il segno della meta. La sua apertura da parte del Papa costituisce l’inizio ufficiale dell’Anno Santo. Originariamente, vi era un’unica porta, presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano, che è la cattedrale del vescovo di Roma. Per permettere ai numerosi pellegrini di compiere il gesto, anche le altre Basiliche romane hanno offerto questa possibilità.
Nel passare questa soglia, il pellegrino ricorda il testo del capitolo 10 del vangelo secondo Giovanni: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”. Il gesto esprime la decisione di seguire e di lasciarsi guidare da Gesù, che è il Buon Pastore.
La porta è anche passaggio che introduce all’interno della chiesa. Per la comunità cristiana, non è solo lo spazio del sacro, al quale accostarsi con rispetto, con comportamenti e con vestiti adeguati, ma è segno della comunione che lega ogni credente a Cristo: è il luogo dell’incontro e del dialogo, della riconciliazione e della pace.
A Roma questa esperienza diventa carica di uno speciale significato, per la memoria del martirio dei santi Pietro e Paolo, apostoli che hanno fondato e formato la comunità cristiana di Roma. Il loro sepolcro si trova qui, dove sono stati martirizzati; esso insieme alle Catacombe, è luogo di continua ispirazione e di preghiera.